Cristina Massi Benedetti – Sguardo di un’allieva
Due passi indietro, la mano accarezza la barba, lo sguardo si perde tra infiniti particolari, silenzio. Due passi avanti, il pennello si colora, si accende una luce, il quadro è terminato. L’incantesimo si è ripetuto ancora una volta all’interno della “bottega” del Maestro Franco Venanti.
Egli si rivolge alla sua arte con la stessa dedizione e generosità degli artisti rinascimentali che studiavano e lavoravano nella realtà artigiana della loro bottega elaborando quotidianamente le basi fondamentali del dipingere.
La matrice unitaria del saper artistico è stata, per lungo tempo, la pratica del disegno, da modelli e dal vero. Attraverso il disegno si indaga la realtà e si ricercano nuove modalità espressive. Alla base dell’arte del Maestro Venanti noi troviamo ancora l’utilizzo costante di questa pratica. Il processo di creazione di ogni sua opera si sviluppa dal disegno primario dal quale egli sembra “cavare” fuori ogni figura.
Ogni grande artista possiede la capacità di fare emergere una figura, che non è materialmente visibile, ma di fatto si nasconde fra le trame della tela. Ciò non può non costituire un ulteriore punto di contatto fra il Maestro Venanti e gli artisti rinascimentali. è il Vasari stesso ad affermare che “… Nelle pitture servono i lineamenti in più modi, ma particolarmente a distornare ogni figura, perché quando eglino sono ben disegnati e fatti giusti, et a proporzione, l’ombre, che poi vi si aggiungono, et i lumi sono cagione che i lineamenti della figura che si fa, ha grandissimo rilievo, e riesce di tutta bontà e perfezione. E di qui nasce, che chiunque intende e maneggia bene queste linee sarà in ciascuna di queste arti, me- diante la pratica et il giudizio, eccellentissimo. Chi dunque vuole bene imparare a esprimere disegnando i concetti dell’animo e qualsivoglia cosa, fa di bisogno, poi che averà alquanto assuefatta la mano, che per divenir più intelligente nell’arti si eserciti in ritrarre figure …”.
Ed in effetti l’arte del passato è un repertorio di generi, stili e forme ai quali il Maestro Venanti attinge liberamente rielaborandoli nella creazione delle sue opere. Nelle sue tele i personaggi, gli oggetti e le grandi battaglie dipinti in quel lontano passato tornano a rivivere nella realtà contemporanea in un continuo confronto e dialogo a distanza.
Il forte legame con l’arte del passato si ritrova anche nella ritrattistica, genere in cui, la fedeltà al soggetto e le richieste del committente, potrebbero sacrificare le capacità creative dell’artista. Anche in questo settore il Maestro Franco Venanti riesce a creare atmosfere originali e moderne attraverso la rilettura dello stile com- positivo cinquecentesco.
Ma la forza di questo artista perugino, oltre che nel legame con il passato, è anche nella sua grande modernità. Ciò si può osservare soprattutto nella rappresentazione della figura femminile: la donna, descritta dal Maestro nella sua provocante e mali- ziosa nudità, viene presentata come una donna di oggi, calata nella realtà quotidiana. I suoi occhi, a volte ammiccanti, in altre occasioni malinconici, o ancora spensierati, infelici, briosi o infine sensuali, sono gli occhi delle donne moderne che il Maestro osserva e delle quali sa cogliere l’anima.
La sua modernità ed insieme il suo sguardo costante al passato lo rendono uno dei più grandi artisti perugini, ma ciò che fa di lui un grande Maestro è la generosità con cui accoglie nel suo studio, o meglio nella sua bottega, come un Maestro rinascimentale, i tanti allievi che, sotto la sua appassionata guida, imparano a sviluppare il proprio linguaggio artistico, anche assaporando l’atmosfera di questo luogo.
Estratto da
60 ANNI IN MOSTRA 1
Franco Venanti & 46 maestri dell’arte contemporanea umbro-toscani
A cura di: Eugenio Giannì